Su “Doppiozero” è uscito il primo gennaio scorso un articolo a firma di Paolo Landi in cui si annuncia che Aldo Busi ha un romanzo inedito di circa ottocento pagine, intitolato “Seminario sul postmortem”, e che nessun editore lo ha acquistato per pubblicarlo.

Oggi, sul “Giornale”, Massimiliano Parente propone di lanciare una colletta popolare da devolvere agli editori affinché pubblichino il romanzo di Busi.

Ciò significa non aver capito niente della questione. Busi sancisce definitivamente che, rinunciando a pubblicare la letteratura, l’editoria italiana è morta, e la soluzione sarebbe rivolgersi all’editoria? Mica è un Lazzaro qualsiasi che gli basta rialzarsi con le stampelle per mettersi a camminare!

Molti editori sono convinti di essere i soli a assumersi il rischio d’impresa pubblicando un libro, come se il lavoro di anni speso per scrivere quel libro fosse il vezzo di qualche buontempone che non sa come farsela passare e non il rischio altissimo di un’impresa tutt’altro che certa. Proporre una colletta a favore degli editori, esentandoli perfino dal pagare la fattura della tipografia dove stampano, fa sorgere una domanda retorica: che ci stanno a fare allora, considerando che il resto, a partire dalla promozione, non lo fanno?

Quella dei lettori a favore degli editori sarebbe sì una colletta, ma funebre e perciò vana; concettualmente avrebbe senso semmai, per coerenza, che i lettori raccogliessero i fondi per consentire a Aldo Busi di autopubblicarsi a spese altrui, dimostrando così la prescindibilità dell’editoria tradizionale e della sua distribuzione, sostituita qui dagli stessi lettori che col loro bonifico aderissero all’iniziativa.

Ma siccome per Busi i soldi non misurano la sua avidità bensì tendono un trabocchetto agli altri, non sono i soldi lesinati dagli editori il problema che Busi addita puntando l’indice alla luna. Lui sta dicendo che un’editoria senza le opere di Busi, cioè senza la letteratura, perde la sua ragion d’essere, e ai lettori chiederebbe, non di mettere mano al portafoglio, ma piuttosto di levarla: non comperare più nessun libro in uscita dal 1° gennaio 2022 fino a che “Seminario sul postmortem” non verrà pubblicato.

Alessandro Zaltron

Aldo Busi